Mi sento gratificato dal fatto che William mi chieda due lemmi sulla sua mostra, anche se si ricrederà. Scherzi a parte, a mio umile parere, la cosa più importante nell'arte è la personalità dell'artista. Ebbene il mio benvoluto amico è una persona culturalmente molto preparata e, non ultimo, molto impegnata socialmente; ma quando prende in mano i tinteggi, si sfoga manifestando la sua vera peculiarità.
Per la mostra presenterà tele e carte dipinte in simbiosi tra l'astratto e il figurativo. Le tre tele principali hanno uno sfondo molto battagliero, vincolato da corpi umani del gentil sesso, vestite con abiti ottocenteschi, tinteggiate con colori pieni, stagionati, con varianti sessuali molto meditative, ognuna con una nuance valente di colori “rosso, bianco, verde”. Colori vitali per il tema della mostra, emblema della nostra bandiera, fede di pensatori, di poeti, di eroi, di martiri, simbolo della libertà e unità d'Italia (anche se qualche encefalo la vorrebbe disgiungere!).
Con questa mostra il Fantini eccita l'attenzione del visitatore che viene ineccepibilmente coinvolto nel significato e nello spirito dell'operazione artistica.
“Ho forse esagerato nel tessere le lodi al tuo lavoro e concludo dunque con un mio pensiero ad alta voce: sei come il vino, più invecchi, più sarai menzionato”
Ettore Marchina
gallerista
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